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NEW CELANO CENTER

riqualificazione degli spazi pubblici del centro storico

NEW CELANO CENTER

rigenerazione urbana del centro storico | Celano (AQ) | 2023

progetto vincitore

 

#spaziopubblico #urbandesign #arredourbano #infrastruttura #mobilità #sistemaintegrato #accessibilità #masterplan #piazza #strada #paesaggio #usimultipli

La proposta per Celano consiste nella definizione di un sistema integrato di mobilità carrabile, di percorsi ciclopedonali e spazi pubblici, capaci di mettere in relazione le diverse componenti funzionali, morfologiche e paesaggistiche del sistema urbano. Attraverso la riorganizzazione delle gerarchie dei percorsi, la messa in rete dei nodi attrattori e delle tracce visibili e invisibili che segnano i tessuti, antropizzati e naturali, sarà possibile evidenziare le eccezionalità del luogo e rafforzare la potenzialità turistica, ricettiva e commerciale del paese nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, compatibile con le vocazioni e con le risorse del territorio. 

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Gli interventi proposti sono volti al raggiungimento, in particolare, di tre obiettivi:

>> scaricare il centro urbano dal traffico veicolare:

L’organizzazione di un anello di mobilità tangenziale permette di eliminare la carrabilità di attraversamento dei non residenti dal centro urbano, che diventa a prevalenza pedonale; alle estremità dell’abitato, tre parcheggi di scambio permettono di lasciare il mezzo privato e procedere verso il centro a piedi o con sistemi di trasporto sostenibile.

>> ridefinire il sistema degli spazi pubblici e dei luoghi collettivi, visibili e invisibili:

La limitazione della mobilità di attraversamento permette di configurare un sistema continuo e protetto di spazi pubblici, a vocazione turistica, ricettiva e commerciale. Si riconoscono tre ambiti urbani (la Cittadella, il Pomerio, l’Extramurale) con caratteristiche omogenee, in cui si ridefiniscono le reti dei percorsi tematici che ricostruiscono la storia nascosta, delle terrazze verso paesaggi lontani e degli spazi pubblici, che insieme alle due piazze IV Novembre e Aia, diventano i luoghi catalizzatori per la costruzione dell’identità urbana.

>> organizzare una visione coerente da sviluppare nel tempo:

La definizione di linee guida d’azione per i tre ambiti urbani riconosciuti come omogenei, permette di creare un sistema con delle regole generali che rispondono ad una visione a lungo termine, in cui i diversi interventi particolari possono essere realizzati nel corso del tempo, in momenti differenti, e adeguati secondo le necessità.

Perseguendo questi obiettivi si andrà così a rafforzare l’identità di Celano come luogo di eccellenza nell’accoglienza e nel turismo, predisponendola per accogliere le sfide che presenta la città di domani.

CREDITI

tipo: concorso di progettazione a procedura ristretta
risultato: progetto vincitore
cliente: Comune di Celano (AQ)
strutture e impianti: ing. Antonino Papasergio

FREESPACE

riqualificazione del corso di Merano

FREESPACE

riqualificazione di Corso della Libertà superiore | Merano (BZ) | 2022

concorso di progettazione a procedura ristretta | progetto menzionato

 

#spaziopubblico #mobilitàlenta #urbandesign #arredourbano

Corso della Libertà è per suo statuto fondativo un elegante viale fin de siècle. Ad oggi si trova in uno stato di disordine formale e visivo, in cui dominano la presenza delle auto e dei vari tentativi di separazione fra le parti. Uno stato in cui si è persa la chiarezza e la simbolica unitarietà del sistema.

L’obiettivo principale dell’intervento è fornire una maggiore qualità della vita a residenti, visitatori e imprese locali, ridefinendo le modalità d’uso di uno spazio realmente condiviso. Riammagliando le tracce e le memorie dei luoghi, reinterpretandole in chiave contemporanea, il progetto per Corso della Libertà definisce una struttura robusta, ma sottile ed elegante allo stesso tempo, in cui tracciare una solida linea di continuità nella memoria territoriale tra passato, presente e futuro.

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La struttura del progetto deriva dalla lettura del territorio, che ci racconta attraverso i suoi segni e le sue figure la storia della città. L’obiettivo consiste nel definire uno shared space, uno spazio pubblico continuo, fluido, senza soglie, accessibile a tutti, che reintesse la trama urbana alla dimensione territoriale e in cui tutti gli utenti, i mezzi e le differenti esigenze urbane convivono, regolandosi e rispettandosi reciprocamente.

Il disegno dello spazio si configura quindi con una direzionalità prevalentemente longitudinale, individuabile in una sequenza di fasce, distinte tra loro da leggere variazioni nella pavimentazione. Alcune di esse, con una dimensione prefissata, sono intese come delle fasce ‘attrezzabili’ in cui posizionare i diversi elementi di arredo e che rispondono alle diverse necessità funzionali. Questo tipo di organizzazione determina un ordine molto chiaro per i diversi elementi e funzioni che, nell’alternanza di vuoti e pieni, non necessiteranno di ulteriori elementi di demarcazione.

L’intersezione con la trama trasversale genera dei punti di tensione, dei poli eccezionali che suggeriscono, lungo il fluire omogeneo del percorso direzionato, modalità, temporalità e possibilità d’uso differente. Nell’immagine unitaria proposta e nell’apparente omogeneità cromatica, si possono individuare così delle piccole variazioni che si manifestano attraverso l’uso di pattern e accenti: delicati tagli, cambi di formato nelle lastre, sfumature nella finitura superficiale e piccoli e preziosi inserti nella pavimentazione suggeriscono informalmente agli utilizzatori dello spazio direzioni e possibilità d’uso.

Per definire il carattere del corso si sceglie di fare riferimento all’immaginario fin de siècle, che ha inciso profondamente sull’identità urbana, definendone i suoi tratti salienti, sia sul piano fisico che semantico, selezionando l’oro e il cobalto come materiali e colori prevalenti per gli oggetti di arredo e per gli altri elementi fuori terra. Il sistema vegetazionale invece si caratterizza attraverso l’impianto di alberi di melo, al fine di introdurre un aspetto peculiare e fortemente caratterizzante del paesaggio agricolo e produttivo meranese all’interno del tessuto urbano.

CREDITI

tipo: concorso di progettazione a procedura ristretta
risultato: progetto menzionato
cliente: Comune di Merano (BZ)

VILLAGGIO OLIMPICO MMXIX

parco urbano e spazi pubblici

VILLAGGIO OLIMPICO MMXIX

parco urbano e spazi pubblici | Roma | 2019

secondo posto

 

#parcourbano #spaziopubblico #rigenerazioneurbana

Il progetto per la riqualificazione dell’ambito urbano del Villaggio Olimpico rappresenta un’opportunità unica: intervenire in un luogo centrale, inserito in un più ampio settore in trasformazione, producendo spazi pubblici.

La soluzione progettuale prende le mosse da alcune considerazioni sullo stato di fatto, in particolare in merito al rapporto fra quantità di spazio pubblico e densità urbana di persone e attività necessarie per attivarlo. Pertanto il progetto proposto per lo spazio pubblico si fonda su tre principi-guida che determinano le scelte spaziali:
concentrare > interventi, persone e attività in alcuni poli ben definiti, per forma e per caratteristiche, addensatori sociali, capaci di creare piccole concentrazioni di vitalità urbana (il Campo, il Portico, l’Arena);
liberare > il più possibile la quota zero dagli elementi incongrui che, occludendo percezioni e visuali, contraddicono l’idea di continuità su cui i progettisti del Villaggio Olimpico avevano basato il loro progetto;
connettere > le nuove polarità e gli elementi già esistenti, definendo una rete di percorrenze e connessioni, fisiche o visuali.

Per sviluppare un intervento trasformativo capace di rigenerare l’intero ambito urbano, si è scelto di operare in maniera strategica, organizzando il progetto in quattro fasi operative e strutturando una strategia di sviluppo che sia, da un lato, capace di assorbire modalità alternative per la realizzazione, gestione e manutenzione dei beni collettivi e, dall’altro, sia sufficientemente flessibile per rispondere ad esigenze, occasioni e necessità, per loro natura mutevoli nel tempo.

CREDITI

tipo: concorso di progettazione in due fasi
risultato: secondo posto
cliente: Roma Capitale

BARI COSTA SUD

riqualificazione dell’area costiera

BARI COSTA SUD

riqualificazione dell’area costiera | Bari | 2018

 

#rigenerazioneurbana #mobilitàcilabile #mobilitàpedonale #spaziopubblico #urbandesign #intermodalità #masterplan

Bari Costa Sud propone una strategia di riconfigurazione per il settore di costa che si sviluppa a sud-est della città. La strategia prevede una serie di azioni che, spazialmente e semanticamente, ridefiniscono un paesaggio ad oggi molto frammentato intorno al sistema del vuoto.

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CINQUE AZIONI PER LA COSTA SUD

  1. riconoscere la discontinuità come valore

L’area di progetto è caratterizzata da un paesaggio frammentato, la cui identità non è univoca. Fino al canale Valenzano, si riconosce una forma della città, definita da espansioni concentriche: qui è sufficiente il riammagliamento con la città storica attraverso mirati completamenti della rete stradale e dei tessuti edilizi. Oltre la lama, la pianificazione dell’ultimo secolo ha generato un tessuto discontinuo, costituito da un sistema di isole indipendenti ed eterogenee. Riconoscendo la discontinuità del costruito come un valore da preservare, il progetto rafforza la natura dei diversi ambiti come realtà autonome ed indipendenti, da densificare e ridefinire nei caratteri e nei bordi. Il vuoto, nella forma di parco lineare, sarà l’elemento strutturante, capace di tenere insieme le diversità e ridefinire l’identità del luogo. 

 

  1. strutturare la spina dorsale

Affinché la discontinuità non significhi segregazione e marginalizzazione, occorre garantire condizioni ottimali di accessibilità. La proposta consiste nel trasformare il tracciato ferroviario, fino ad oggi una cesura invalicabile nel territorio, nella spina dorsale capace di strutturare la trasformazione, convertendolo nel TAC (Tram dell’Arte Costiera), un’importante asse di trasporto pubblico locale da relazionare ad un sistema capillare di mobilità ciclopedonale, che possa costituire realmente un’alternativa alla mobilità su gomma.

 

  1. individuare i poli

Il sistema lineare della mobilità pubblica è potenzialmente un sistema omogeneo. Il rafforzamento dei nodi esistenti e l’inserimento di nuovi poli accentratori lungo il suo percorso permette di costruire dei momenti che si configurano come delle pause di differente scala, condensatori di vita e di vitalità. I poli lungo la linea del TAC, alcuni già esistenti, altri di nuova costituzione (il parco marittimo, il polo di Torre Carnosa, dell’insediamento costiero di San Giorgio, il distretto agro-marittimo), sono di diverso tipo e rilevanza. La trasformazione è direzionata, da un lato, verso funzioni capaci di costituire attrazione per la scala territoriale e, dall’altro, verso lo sviluppo di un sistema continuo di spazi comunitari per la cultura, l’educazione, lo sport e il leisure, capaci di costituire attrazione e identità alla scala locale. 

 

  1. lavorare sui bordi

Questa parte di città, per sua natura, si è sviluppata all’interno di fasce longitudinali, parallele alla costa e delimitate dalle linee infrastrutturali, con scarsi punti di contatto e connessione trasversale. La sfida consiste nel rileggere queste fasce, reinterpretando il concetto di limite non come cesura, ma come territorio di mediazione fra le parti. Nel progetto le aree di bordo assumono quindi un valore particolare, sia come punto di incontro che filtra realtà diverse (paesaggio costiero e retrocostiero, tessuti insediativi, sistemi naturali), sia luoghi ben definiti, dotati di una propria identità, che hanno la possibilità di diventare per il territorio una risorsa eccezionale perché specifica del luogo.

 

  1. evitare il consumo di suolo: riusare, liberare, densificare, intensificare

Il momento di crisi attuale non permette errori, né sprechi. Serve agire in maniera strategica, traendo il massimo beneficio dalle risorse già disponibili. Pertanto il progetto si fonda su quattro principi. Riusare l’esistente (edifici dismessi e spazi scarsamente definiti), prevedendo anche ri-attivazioni temporanee per innescare le prime trasformazioni. Liberare il fronte mare e l’ambito retrodunale da tutti quegli elementi incongrui che, se non possono essere riutilizzati, dovranno essere demoliti. Densificare, completando i tessuti esistenti, così da preservare il vuoto, naturale o minerale, come elemento di riconnessione fra le parti. Intensificare di funzioni e attività, puntando sulla mixitè funzionale, tipologica, formale.

CREDITI

tipo: concorso di idee
cliente: Comune di Bari
urbanistica: arch. Mauro Baioni

EN ESCENA

palcoscenico urbano

EN ESCENA

palcoscenico urbano | Arrecife, Lanzarote, Spagna | 2018

 

#piazza #spaziopubblico #usimultipli #flessibilità #ombra #insegna #telaio #arredourbano #mercato #eventi

EN ESCENA è un palcoscenico urbano. È il luogo in cui mettere in atto, da un lato, la rappresentazione della vita quotidiana, con i suoi ritmi lenti, fatta di incontro, scambio e condivisione per la costruzione di una comunità; dall’altro, è il luogo che, come un palcoscenico, può accogliere l’inatteso, i riti collettivi, il gioco e l’imprevedibile urbano.

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Il primo atto consiste nel definire lo spazio: significa nominarlo e renderlo riconoscibile. “Andare EN ESCENA”, come nome proprio, moto a luogo, ma anche andare en escena, inteso come essere attori protagonisti della trasformazione dello spazio.

Lungo Calle Betancort, un alto palo sostiene un’insegna luminosa e mobile, che rimanda alle bandiere e alle sculture eoliche di Manrique, e fa da un punto di riferimento percettivo.

Accanto si sviluppa il foyer, una struttura leggera in acciaio rosso sulla quale si intreccia una tela che produce una confortevole ombra. Sotto il telaio vengono posti alcuni arredi fissi, l’infrastruttura minima per rispondere alle necessità della vita quotidiana della piazza (sedersi, giocare, riposarsi, stare insieme…). Gli arredi, pesanti e materici, bilanciano la leggerezza del telaio e dei teli. Il foyer rappresenta la soglia, l’ingresso da superare per entrare in un mondo dove tutto è possibile, ma anche il luogo in cui intrattenersi e incontrarsi prima di guardare lo spettacolo della vita.

Lungo gli altri due lati, come le gallerie del teatro, vi sono gli spazi in cui sedersi e osservare ciò che accade nella scena principale. Vengono definiti da un sistema di panche circolari che si sviluppano attorno a delle vasche di terra preposte ad accogliere alberi e arbusti. Infine il parterre, la grande superficie lasciata il più libera possibile per poter mettere in scena tutto ciò che l’urbano può necessitare.

La superficie continua e indifferenziata, in cemento lavato chiaro mescolato con la scura pietra basaltica, viene resa misurabile attraverso l’inserimento nella pavimentazione di geometrie circolari ritmiche, utili nella definizione degli allestimenti temporanei (installazioni, box per fiere e mercati, ecc.).

CREDITI

tipo: concorso di idee
cliente: reTH!NKING_architecture competitions, municipalità locale

WANDERWALL

riqualificazione del percorso delle antiche Mura

WANDERWALL

riqualificazione del percorso delle antiche Mura del Carmine | Barletta (BAT) | 2017

 

#spaziopubblico #rigenerazioneurbana

WANDERWALL propone di ridefinire l’ambito del lungomura come luogo in cui recuperare i caratteri propri del luogo, sovrapponendo le tracce del passato con nuovi significati che rispondono alle necessità della città contemporanea. WANDERWALL è uno spazio lento e contemplativo, un percorso continuo che offre la possibilità di fermarsi e di prendere consapevolezza del senso e del valore del territorio.
Infatti la parola wander ha un doppio significato. Vuol dire innanzitutto passeggiare, muoversi lentamente all’interno di un ambito protetto e sicuro, attrezzato per prendersi una pausa dai ritmi, rumori, odori della città. Ma wander significa anche divagare, prendere altre strade, magari non le più scontate, e scoprire l’inaspettato e la complessità dei luoghi; vuol dire perdersi, per poi ritrovare nuovi simboli e significati, che nella loro stratificazione nell’immaginario collettivo andranno a definire l’identità contemporanea del luogo.

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WANDERWALL definisce il sistema lineare del percorso lungomura, interpretato come un unicum continuo ed integrato, fondato su un chiaro impianto di mobilità lenta e su sequenze di spazi pubblici e di spazi privati ad uso pubblico.Un luogo autonomo, caratterizzato da una sua propria riconoscibilità e immagine complessiva, sul quale si innestano degli spazi più ampi, ognuno declinato secondo una specifica vocazione, suggerita dalle potenzialità dei luoghi stessi. La trasformazione di questi spazi ad oggi indefiniti in luoghi costituirà la miccia per innescare nuovi interventi (pubblici e privati) nei numerosi spazi potenziali disponibili adiacenti all’area di progetto (edifici dismessi e spazi sottoutilizzati), incentivando così la cultura, il turismo, il commercio e la nascita di nuove economie locali.

CREDITI

tipo: concorso di idee
cliente: Mibact, CNAPPC

THE MEXTROPOLI CUT-OUT SET

dispositivo urbano flessibile

THE MEXTROPOLI CUT-OUT SET

dispositivo urbano flessibile | Ciudad de México, Mexico | 2015

terzo posto

 

#spaziopubblico #flessibilità #usimultipli #eventi

The mextropoli cut-out set è un dispositivo urbano, un insieme di elementi che disposti liberamente nella città creano luoghi riconoscibili in cui è favorito l’incontro e il confronto con l’altro. L’immagine di riferimento è quella del cut-out (il ritaglio), ovvero l’elemento grafico che si ottiene, ad esempio, scontornando figure da immagini diverse e ricomponendole poi, attraverso operazioni compositive di sovrapposizione e accostamento, in un nuovo quadro di insieme. Lo spazio che gli elementi del The mextropoli cut-out set generano sarà uno spazio pubblico sempre diverso poiché dipende da come gli attori urbani interpretano gli elementi stessi ed interagiscono con loro.

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The mextropoli cut-out set fornisce all’utente finale (il curatore/allestitore) cinque elementi semplici, cinque archetipi dello spazio urbano: la scala, dove sedersi, salire e guardare dall’alto con una diversa prospettiva; il portale, la soglia da varcare per entrare in uno spazio altro o cornice per inquadrare una visuale in particolare; lo scivolo, da scalare, su cui stendersi, su cui rotolare; il porch, la copertura, il riparo, che con l’aggiunta di chiusure verticali, può diventare un chiosco/piccolo padiglione (spazio espositivo, bar, negozio, la cui redditività può coprire i costi della realizzazione, gestione e manutenzione); il podium, uno spazio chiaramente individuato, un tappeto attorno cui configurare gli elementi della composizione o una quinta a sfondo della stessa.

Come nel cut-out, gli oggetti potranno essere riconfigurati e rimodulati in infinite composizioni, infiniti paesaggi possibili che genereranno spazi e spazialità sempre inedite e appropriate ai diversi luoghi ed esigenze. Questa immagine spaziale corrisponde a quella che è la nostra idea di spazio pubblico: semplice, economico, adattabile e riconoscibile, teatro del confronto fra i diversi attori che agiscono nello spazio urbano.

CREDITI

tipo: concorso di idee
risultato: terzo posto
cliente: Arquine

GUARDA-MI

riqualificazione del Cavalcavia Bussa

GUARDA-MI

riqualificazione del Cavalcavia Bussa | Milano | 2014

progetto vincitore – in corso

 

#spaziopubblico #infrastruttura #mobilitàciclabile #rigenerazioneurbana #urbandesign #usimultipli #temporaneità #flessibilità #playground #attrezzaturesportive

GUARDA-MI è il progetto di riconversione del Cavalcavia Bussa e delle sue connessioni con la città in un sistema continuo di spazi pubblici.

GUARDA-MI consiste in una strategia operativa in grado di trasformare uno spazio che ha perso la sua funzione urbana in un extra-spazio, uno spazio vivente e vissuto, restituito alla città. Il progetto di trasformazione si andrà progressivamente ad inserire nell’immaginario collettivo del panorama urbano come luogo in cui, assumendosi una certa dose di responsabilità, sarà possibile gettare le fondamenta per modelli alternativi di sviluppo, basati sulla temporalità degli usi e sull’adattabilità, sull’interazione fra gli attori urbani che a differenti scale sono coinvolti nei processi di trasformazione e sul coinvolgimento diretto degli utenti.

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La riqualificazione del cavalcavia è finalizzata a creare un luogo dotato di una propria identità, seppur mutevole e in continuo divenire: uno spazio ben definito, ma in cui tutto è ancora possibile. Per questo lo spazio del cavalcavia e delle testate è stato “infrastrutturato” secondo alcune regole generali che prevedono al loro interno un processo aperto con ampi margini di adattabilità (sia rispetto alle richieste del mercato, che ai continui mutamenti della domanda) e che garantiscono, in ogni momento del ciclo di vita urbana dell’intervento, la corrispondenza dell’immagine complessiva all’impianto proposto.

CREDITI

tipo: concorso di progettazione in due fasi
risultato: vincitore/in corso
cliente: Comune di Milano
con: Guglielmo Bartocci, Elisa Borgognoni, Agnese Monica, Giovanna Perdichizzi
plastico: Modelab

 

OPEN BLOCK

nuovo quartiere residenziale

OPEN BLOCK

nuovo quartiere residenziale nel PII Cascina Merlata | AAA architetti cercasi | Milano | 2010

progetto menzionato

 

#housing #newurbanity #community

La proposta è quella di strutturare l’intervento come un isolato urbano immerso nel verde e costituito da vari edifici, con l’obiettivo di definire un sistema articolato di vuoti al suo interno. Il progetto rappresenta sostanzialmente una porzione di città in cui i diversi elementi, posti uno accanto all’altro, generano di volta in volta, scorci, vicoli, slarghi e piazze in continuità con gli spazi naturali che circondano l’area.

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I diversi tipi edilizi sono stati pensati per ospitare il maggior numero possibile di tipologie abitative differenti, al fine di andare incontro alle diverse necessità e desideri della comunità. L’obiettivo di questo progetto è quello di creare un preciso rapporto tra pieno e vuoto, tra tipologia edilizia e caratteristiche dello spazio aperto: pubblico, semi-pubblico e privato. Il progetto propone un intervento dove gli edifici, occupando solo il 25% della superficie dell’area, lasciano libero il suolo a percorsi, giardini e spazi comuni, orti, playground e giardini privati delle residenze ai piani terra. Queste strategie garantiscono che l’intero progetto appaia come una parte di città, dove la varietà e l’alternanza di spazi, di materiali e di colori, restituiscano nell’immediato un’idea di complessità urbana.

CREDITI

tipo: concorso di idee
risultato: menzionato
cliente: Confcooperative, Legacoop, Euromilano
con: 2A+P/A, Tommaso Arcangioli

PARCO RADICELLI

parco urbano e centro sportivo

PARCO RADICELLI

parco urbano e centro sportivo per un nuovo insediamento residenziale | MenoèPiù 5 | Roma | 2008

vincitore

 

#paesaggio #parcourbano #spaziopubblico #playground #attrezzaturesportive

Il progetto del parco si fonda sulla lettura del territorio e fa alcune riflessioni circa le tracce ancora ben leggibili dell’Agro Romano, dei tipici corsi d’acqua e delle formazioni naturali delle forre. La reinterpretazione di questi segni ha condotto ad un disegno che suggerisce la lettura del territorio per fasce stratigrafiche. Proprio come all’interno di una forra, il parco scopre paesaggi diversificati che connettono in maniera graduale il mondo urbanizzato dalla ruralità del territorio circostante rappresentato dal Fosso Radicelli, nucleo di biodiversità. Finalità dell’intervento è quindi conservare il paesaggio e valorizzare il suo significato, riproponendo una struttura che è quella tipica della campagna romana, caratterizzata da alberi sparsi, campi agricoli aperti, e orti produttivi.

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I fronti del progetto sono le sponde urbane che costituiscono un vero e proprio elemento ricettivo e comprendono gli accessi al parco, le attrezzature, il centro sportivo ed il sistema dei parcheggi. Il reticolo di percorsi secondari, assecondando l’orografia, completa la distribuzione del parco e collega le due sponde al percorso principale del ring ciclo-pedonale. Quest’ultimo è l’elemento che conferisce centralità al parco e ne individua quindi il nucleo più attivo, sia per le attività che vi si possono svolgere (aree di sosta, footing, percorso vita) sia per le inetrconnessioni che vi si generano con l’intero masterplan.

CREDITI

tipo: concorso di progettazione a procedura ristretta
risultato: vincitore
cliente: Comune di Roma
con: LAND srl, studio UAP, Paola Fusco, Daniela Pastore, Davide Sacconi
strutture: Studio Rubini
impianti: IN.ARCH.ECO
artista: Raymundo Sesma

PARCO DELLE SABINE

parco urbano della nuova centralità Bufalotta

PARCO DELLE SABINE

parco urbano della nuova centralità Bufalotta | Roma | 2009-10

con Land s.r.l.

 

#parcourbano #paesaggio #urbandesign

Il Parco delle Sabine si delinea quale grande contenitore di paesaggio ridefinito attraverso il sistema di piantata, quale metodo corretto per “disegnare”, “definire”, “organizzare” un parco di notevoli dimensioni.

Riprendendo lo studio della morfologia ed evoluzione del paesaggio dell’Agro romano e della sua trasformazione nei secoli, si sono creati bordi, sfondi e quinte scenografiche, a delimitazione e cornice di ampie aree vuote e libere.

Attraverso la piantata di isole arboree lungo i fianchi e i bordi dei pendii, esistenti e di nuova definizione, si sono definiti sistemi di raccolta acque, che contrastano il dilavamento, contribuendo così a definire un parco a bassa manutenzione in grado di “auto sostenersi”.

CREDITI

tipo: commissione
status: realizzato
cliente: Lamaro appalti, Porta di Roma s.r.l.